“Ein granzvoller tag” (Una giornata splendida). Con una battuta, carica di calda emotività, che voleva anche smussare ogni ombra di rivisitazione critica,il Papa dimesso, Benedetto XVI, così aveva voluto sintetizzare il suo giudizio di quella storica giornata dell'11 ottobre del 1962, quando fu inaugurato il concilio Vaticano II.
Esattamente 50 anni dopo, durante le cerimonie rievocative in S.Pietro, nell'ottobre del 2012, il Pontefice, mentre fissava fissato il “suo” ricordo dell'evento che ancora scuote la chiesa cattolica, non faceva trasparire minimamente una decisione che gli storici vogliono avesse già in serbo. Anzi in quel concistoro dell'ottobre del 2012 il Pontefice Teologo non risparmio riflessioni integrative, se non proprio correttivo del corpus dottrinale che dal Concilio ancora deve comporsi definitivamente.
Probabilmente Benedetto XVI°, nel rifinire il suo annuncio dell'11 febbraio 2013 non macò di pensare che le grandi decisioni devono cogliere sempre di sorpresa i propri interlocutori. Tanto più quando questi, come è il caso della Curia romana, tendono sempre a non rassegnarsi mai al ruolo puramente di spettatori delle decisioni altrui. Così fece, come vedremo, il suo predecessore, Giovanni XXIII, nell'annunciare all'improvviso, ad una curia sbigottita la sua determinazione a convocare un Concilio.
Avevamo la luna - L'Italia del miracolo sfiorato, cinquant'anni dopo