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La Mongolfiera Cro-mediale

forme e itinerari dell'architettura di navigazione nel cronotopo di Carlo Monti

È sempre stimolante essere coinvolti nei progetti collettivi di Michele Mezza.

Tanto più quando ritrovo compagni di viaggio affiatati e estremamente formativi, come il professore Stefano Panunzi. Già avevamo lavorato insieme nel progetto Mediterraid (http://www.mediterraid.rai.it), nel 2011. Un'altra occasione a metà strada tra reale e virtuale, anzi tra un reale virtuale come un viaggio a distanza e un virtuale -reale, che Panunzi battezzò “tele-contiguo”.

Grazie a quell' esperienza-una circumnavigazione del bacino del Mediterraneo proprio nell'anno delle primavere arabe-acquisimmo, ed in parte elaborammo, un crogiolo di conoscenze ed esperienze che ci hanno permesso poi il lavoro che avete fra le mani. In questa occasione, il libro di Michele Mezza “Avevamo la luna”, ci ha fatto partecipare a un altro modo di viaggiare, nel tempo e non più solo nello spazio, a cavallo di diversi universi editoriali, esplorati in modo originale, in virtù di un uso inedito della potenza del web. Siamo arrivati così, per condividere la vision di quel periodo storico, il cosiddetto cronotopo 62/64, a perfezionare un modello di catalogazione storica che abbiamo concentrato in un oggetto/interfaccia: la matita cro-mediale.

Si tratta di una vera bussola che ci permette, di spostarci nel web tra spazio e tempo, nel tentativo di vedere sotto una nuova luce, da diverse angolazioni e con l'aiuto di una compagnia di viaggio sterminata, il susseguirsi di alcuni importanti avvenimenti che hanno influenzato la storia d'Italia.

Il termine cro-mediale è la crasi fra il termine, ormai usuale, di cross , che indica una dinamica di attraversamento, con il concetto di crono , che ci aggancia ad una sequenza temporale che vediamo nel “cronòtopo”.

Quindi non solo storia, e non solo geografia; non solo fatti e luoghi, ma entrambi. Con questa ‘matitina', rielaborata con l'aiuto del web-master Fabio Pulcini, mi sono avvicinato alla colta discussione tra Stefano e Michele, scoprendo che Michail Bachtin coniò il termine cronotopo come "connessione intrinseca delle relazioni temporali e spaziali che sono artisticamente espresse in letteratura”. Più semplicemente, ai fini della sua scrittura, un autore deve creare interi mondi e, in tal modo, è costretto a fare uso delle categorie organizzative del mondo reale in cui vive. Il romanzo è di fatto una fantastica macchina del tempo.

Analogamente, mi pare, l'universo del web, immateriale ma altamente pervasivo nella nostra epoca, tanto da assumere quasi una sua concretezza, richiede strumenti adatti a ricreare, nel corso della navigazione, i concetti e le informazioni che spaziano dal mondo contemporaneo, reale, geografico o storico, a quello della critica storica così come delle idee creative. La matita cro-mediale, con le reminiscenze di una scuola che sottolineava in rosso gli errori veniali e in blu quelli gravi, può adattarsi, come il più semplice degli strumenti, ad un'esplorazione elementare di un universo così complesso, in cui ci immergiamo quando esploriamo l'infinita mole di documentazione presente in rete, avanti e indietro, nel tempo e nello spazio.

Il resto è venuto da sé: la linea temporale e il tappeto volante dei qrcode in cui ci si immerge, passando dalla carta alla rete, dai QRcode alle nuvole di parole: globi terrestri e globi di vocaboli - i tag - che ci guidano in nuove ricerche. E questo lavorio può continuare senza fine. Almeno finché qualcuno, come nel romanzo di Jeanette Winterson*, non riuscirà a salire nell'etere su grandi mongolfiere e, munito di scope e spazzoloni, riuscirà a ripulire il soffitto a volta delle parole.

*Il sesso delle ciliegie, di Jeanette Winterson