L’Italia del miracolo sfiorato, cinquant’anni dopo
Donzelli editore
di Michele Mezza
Il vero ’68 italiano? In anticipo di cinque o sei anni – è questa la tesi che attraversa il libro di Mezza.
Furono gli anni tra il 1962 e il 1964 la vera stagione in cui le prospettive di un cambiamento di ruolo e di status del paese potevano realmente mutare. Sulla scena internazionale si affacciava Kennedy che spostava il confronto con il mondo comunista. Il sapere cominciava a diventare leva e motore del progresso economico. L’Occidente assisteva al primo sorgere di ceti metropolitani che davano corpo a fenomeni culturali eccentrici. Nel 1962 nascevano i Beatles e i Rolling Stones, destinati a cambiare il mondo della musica e le relazioni fra le generazioni.
E in Italia? Mezza individua cinque scenari che videro in quell’anno aprirsi – e subito chiudersi – una prospettiva strategica per il nostro paese e li ricostruisce con una tecnica innovativa basata sull’uso del Quarcode, che consente un rinvio immediato, tramite smart-phone o iPad, alle fonti visive e sonore sul Web.
Ma quali sono i cinque ambiti messi a fuoco nel libro?
1) La Politica, con il primo governo di centro sinistra e la speranza di una stagione di riforme subito rivelatasi illusoria e velleitaria. Il passaggio dal governo delle convergenze parallele di Fanfani al successivo governo di centro sinistra di Moro vide in pochi mesi ardere e poi spegnersi la fiamma riformatrice.
2) La Politica industriale, con le ambizioni italiane in due campi fondamentali: la pianificazione petrolifera, grazie all’intraprendenza del presidente dell'Eni Mattei, e il nascente settore informatico, sviluppatosi ad opera del gruppo Olivetti. Speranze destinate entrambe a essere stroncate proprio nel corso di quei fatidici anni, con la morte sospetta di Mattei, e la vendita della divisione elettronica dell’Olivetti agli americani della General Electric.
3) Il Mondo cattolico, con le aperture a sinistra della Dc che promuoveva l'estensione del governo ai socialisti, e soprattutto con la straordinaria stagione di rinnovamento ecclesiale realizzatasi sotto la spinta di Giovanni XXIII e del Concilio vaticano II.
4) Il Mondo comunista, con la sua inedita ambizione di modernità, che in Italia si identificava con i primi tentativi di autonomia del Pci e del sindacato e l’ipotesi di un dialogo con il mondo cattolico.
5) La Comunicazione, con l’irrompere di una nuova leva di quadri che tentarono una modernizzazione della società civile con esperienze come «Il Giorno» a Milano, e i «corsari» di Bernabei alla Rai. In entrambi i casi si coglieva il tentativo di dialogare con pulsioni sociali (la critica del consumismo, le prime forme di edonismo metropolitano, il ruolo del mondo del lavoro) ancora in vitro.
Ad arricchire le prospettive di analisi suggerite dal libro, Mezza chiude ciascun capitolo con un’intervista a un testimone privilegiato – Giuseppe De Rita, Franco Ferrarotti, monsignor Giuseppe Bettazzi, Alfredo Reichlin, Claudio Martelli – e tira le somme in una conversazione finale con Giuliano Amato.